Ieri ho visto moltissimi post in ricordo di Fiore Perri, storico gestore della birreria “Horror Island” di Nole, paese a noi vicino. Il giovane di 53 anni è mancato l’ultimo giorno di novembre di questo 2020 da dimenticare.
Ho visto in poche occasioni il ragazzo, ma come tutti gli amici che lo hanno ricordato, non posso che unirmi e sostenere i loro pensieri: un ragazzo semplice, solare nel carattere, diversamente da quanto poteva esprimere il suo aspetto, corretto, gioviale e sicuramente un gran lavoratore. Un uomo innamorato di sua moglie e della sua famiglia, per la quale ha dedicato tutto il tempo che gli rimaneva a disposizione oltre il pesante orario lavorativo notturno.
Un amore ricambiato, che ho avuto invece la fortuna di constatare e ammirare con i miei occhi. Una moglie, la sua Imma, che conosco da quando ero bambina, che è molto simile a lui: caparbia e determinata e che non ha sprecato neppure un minuto per dedicarsi a suo marito.
Oltre al legame che ci lega dalla nascita, è una mia collega da oltre vent’anni e da quando Fiore si è ammalato, si è riservata a lui anima e corpo. Da poco rientrata al lavoro le ho espresso la mia ammirazione per la forza e l’amore con cui ha continuato ad assistere il marito e lei, per tutta risposta mi ha detto “che non poteva fare diversamente, perché un uomo come lui meritava tutta la sua attenzione”.
Ho riflettuto moltissimo sulle sue parole, e per quanto sono sicura che fossero sincere, sono altrettanto certa che poche donne sarebbero riuscite a fare le medesime azioni.
Ecco che con tutto il dispiacere che ho nel cuore vorrei esprimere ad Imma tutta la mia stima e la mia ammirazione: sicuramente Fiore era un grande uomo, ma gran parte del merito dobbiamo darlo alla donna che gli è stata accanto fino all’ultimo giorno.
di Cinzia Somma