Geova: perfezione e serenità. Realtà o apparenza?

Caspita come piove. Piove davvero a dirotto in questa prima domenica di maggio. Credo stia anche scendendo del ghiaccio dal cielo. Ogni volta che cerco di andare incontro a una qualche nuova verità il cielo sembra voglia indicarmi qualcosa. Ma chissà cosa… andare e combattere contro le intemperie o rinunciare e stare tranquillo tra le mie 4 collaudate mura di casa?

Mha.. gli anni avanzano e credo che affrontare sempre e comunque le occasioni che mi si presentano davanti, debba essere la mia prerogativa principale. Il mio stile di vita. In fondo cosa ho da perdere? Conoscere non può far così male. Almeno credo.

Il mio amico farà una omelia presso la sala dei Testimoni di Geova di Caselle e gli ho promesso che avrei partecipato alla sua ‘performance”. Non sono uno che si ambienta facilmente in luoghi che non conosce, specie se questi posti sono abitati da estranei. Non mi inserisco facilmente nei nuovi contesti. Eppure appena entrato in questa sala di via Botta mi sento immediatamente a mio agio. Facce sorridenti mi si avvicinano e stringono la mia mano come se ci conoscessimo da sempre. Tutti si presentano e mentre allungo lo sguardo verso il resto della sala mi rendo conto di non essere in mezzo a tanti sconosciuti. Inizio a riconoscere un sacco di gente e alcuni di loro non sapevo neppure che facessero parte di questa congregazione. Sembrano tutti molto calmi e addirittura felici della mia presenza.

Mi sento subito a mio agio e inizio ad ascoltare il mio amico che parla da un altare sobrio e lindo. Si parla di fede e di come fare per non perderla. Si parla di giovani e del loro ingresso nella comunità dei Testimoni di Geova. A quanto pare molti ragazzi tentennano a farsi battezzare e i genitori preferiscono attendere che i loro figli si sentano davvero pronti al grande passo.

La loro paura è che dopo battezzati facciano qualche errore e che la conseguenza di questi errori li possa portare ad essere espulsi dalla loro comunità. Non possono accettare di vedere allontanare i loro figli da quel mondo che amano e che sentono come l’unico degno di essere vissuto. Allora attendono. Ma a quanto pare lo fanno per troppo tempo e fanno slittare a data indefinita la felicità dei loro figli.

Li capisco e mi fanno un sacco di tenerezza quando parlano. Poi si inizia a leggere un paragrafo della famosa rivista “La Torre di guardia”. Colui che legge (lo chiamerei sacerdote, ma dubito che utilizzino questo titolo) fa un sacco di domande ai fedeli e di contro i fedeli rispondono per alzata di mano.

Dei ragazzi elegantissimi si avvicinano con un microfono (con tanto di asta allungabile) a colui o colei che ha chiesto la parola e danno voce al testimone di turno. Tutto ancora molto ordinato e pulito. È questa la sensazione che si ha quando si partecipa ad una adunata dei Testimoni di Geova: è tutto decisamente perfetto.

Ognuno con il suo abito della festa e con il suo bagaglio di studio interminabile della Bibbia. Qui nessuno è contrario alla parola del “La Torre di guardia”. Nessuno contraddice una sola virgola di ciò che è stato stilato dall’alto dei ranghi. Sono in pochi coloro che seguono la messa leggendo la rivista, quasi tutti sono provvisti di un tablet o di uno smartphone ultima generazione.

Resto un po’ meravigliato nell’assistere a questa scena che mischia tecnologia e fede, ma il mio amico mi fa notare che c’è proprio la App. da scaricare. Fantastico penso! Hanno anche la App! La scarico anche io. Non so se starà bene accanto alle altre icone di app che ho scaricato nella mia ideologia un po’ pagana, ma non importa.

Download in corso. Penso e ripenso a tutto quello che ho letto ha proposito di questo movimento religioso. La parola che le viene principalmente attribuita e la definizione di Setta. Ma in fondo cosa sarà mai una setta? Se non fa del male a nessuno non è altro che un insieme di persone che pregano e credono in un qualcosa di straordinario arrivando anche a combattere per capirlo.

A parte il non controbattere a nessuna delle “risposte” che la Torre di guardia elenca, considero questa religione come un movimento fatto di brava gente che è davvero sicura di aver trovato le risposte giuste ai quesiti che da sempre l’uomo si pone. Quindi perché denigrarli o vezzeggiarli?

Certo, di pregiudizi ne abbiamo a bizzeffe, ma pensiamoci bene: anche noi continuiamo a seguire le idee che ci vengono impartite da non si sa bene chi e ci portiamo dietro risposte e dogmi che abbiamo solo sentito dire. Loro hanno una rivista che gli indica la via mentre noi seguiamo la massa che non ha una origine definita. Quindi superiamo il muro della ignoranza e della superficialità e proviamo ancora una volta navigare controcorrente. Ancora cercare qualcosa di nuovo e ancora cercare di farlo senza PREGIUDIZI.

Secondo me vale la pena fare un giro e provare a conoscere queste splendide persone. Non vediamole come scocciatori che suonano il campanello di casa nostra la domenica mattina quando siamo assonnati e reduci dalle baldorie del sabato sera.

Proviamo a cercare di capire perché ci mettono tutta questa passione. Perché trascinano anche i loro stessi figli in questa avventura. Non credo affatto che ci siano dietro giri di quattrini o di chissà cos’altro e se mai ci fosse qualcosa del genere credo nella assoluta buona fede di ognuno di loro. Credo invece che ci sia fede. Vera fede. Provate e fateci sapere.

di Alessandro Baccetti

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1 Comment

  • È bello vedere che tra molta apatia c’è ancora chi ricerca la verità e ha domande alle quali attende risposte semplici, ma esaudienti. Se guardiamo attentamente ciò che ci circonda senza pregiudizi e senza accampare scuse, vedremo la mano del Creatore. Ci vuole coraggio, in questo mondo frenetico e indifferente, diventare un Testimone di Geova. Mi sono battezzata da poco, sono felice e convinta sia il modo migliore per ringraziare Dio della vita che ci da ogni giorno. Siamo persone comuni che hanno scelto di seguire una condotta ” diversa ” da quella della maggioranza ed è per questo che dico: “ci vuole coraggio”. Non mi dilungo oltre… però, ancora: grazie Alessandro di aver dato questa preziosa testimonianza, nella speranza che molti altri seguano il tuo di agire e pensare.

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